22.07.2021 - Per verificare la sicurezza del certificato COVID, l’NCSC ha condotto tra l’altro un test pubblico di valutazione della sicurezza. Nel rapporto che è stato ora pubblicato, l’NCSC fornisce una panoramica delle vulnerabilità che sono state segnalate finora. Il test pubblico di valutazione della sicurezza è ancora in corso.
I certificati COVID sono emessi in Svizzera dal 7 giugno 2021. Per verificare accuratamente le funzionalità e il funzionamento dell’intero sistema, così come la sua sicurezza, in precedenza sono stati condotti diversi test interni e pubblici.
Le analisi interne sono state effettuate prima e durante l’introduzione del certificato COVID sotto la supervisione dell’NCSC da diversi uffici, tra cui l’Ufficio federale dell’informatica e della telecomunicazione (UFIT) e l’Istituto Nazionale di Test per la Cibersicurezza (NTC).
Nel quadro di un test pubblico di valutazione della sicurezza, dal 31 maggio 2021 il sistema viene sottoposto a un test di robustezza eseguito da ulteriori esperti e persone interessate.
La fase di introduzione del certificato COVID è stata completata e si sta passando ora a quella della normale gestione. Nel suo rapporto, l’NCSC fornisce una panoramica delle vulnerabilità che sono state segnalate finora. Il test pubblico di valutazione della sicurezza è ancora in corso. Eventuali vulnerabilità non ancora note possono essere segnalate all’NCSC al seguente indirizzo:
Quali funzionalità sono state testate?
- I sistemi e i loro componenti che ricevono le richieste da emittenti di certificati COVID per creare e firmare certificati COVID, generano le firme crittografiche e spediscono i certificati COVID emessi agli emittenti.
- I servizi che forniscono le chiavi pubbliche dei certificati degni di fiducia per consentire una verifica decentralizzata offline e rilevare i certificati revocati.
- I sistemi di comunicazione per lo scambio di informazioni con i corrispondenti sistemi esteri al fine di verificare l’autenticità, l’integrità e la validità delle firme elettroniche dei certificati COVID, in particolare nel quadro del «certificato verde digitale» dell’Unione europea.
- Le applicazioni mobili (backend di configurazione inclusi) che possono essere utilizzate dai titolari di certificati COVID per salvare i certificati COVID sul proprio telefono cellulare.
- Le applicazioni mobili (backend di configurazione inclusi) per la verifica elettronica dell’autenticità, dell’integrità e della validità dei certificati COVID.
Quante vulnerabilità sono state segnalate?
Nella fase più intensa dei test di sicurezza, sono stati individuati finora 136 situazioni e vulnerabilità.
Esse sono state classificate nelle seguenti categorie:
- ongoing: la falla nella sicurezza segnalata è analizzata e si sta elaborando una soluzione per risolvere il problema;
- fixed: la falla nella sicurezza è stata individuata e il problema è già stato risolto;
- wontfix: la situazione è stata riconosciuta, ma non occorre apportare modifiche in quanto l’evoluzione è stata effettuata secondo espliciti requisiti nazionali o europei;
- falso positivo: ciò che è stato riportato si è rivelato essere una valutazione errata degli utenti.
Qual è la conclusione in base alle vulnerabilità e alle situazioni segnalate?
- Numero di vulnerabilità segnalate
Il progetto ideato e realizzato dall’UFIT è di elevata complessità tecnica e organizzativa. Pertanto, il numero di 136 vulnerabilità segnalate è considerato normale data la grande quantità di codici e infrastrutture.
- Qualità dei test eseguiti e delle vulnerabilità segnalate
Sia i test pubblici che quelli interni sono stati eseguiti con grande precisione. I risultati delle analisi interne e dei test pubblici sono di qualità elevata. In particolare i partecipanti al test pubblico per la valutazione della sicurezza hanno investito molto tempo e risorse per segnalare eventuali falle nella sicurezza, a beneficio di tutta la popolazione.
- Trasparenza
I risultati sono stati regolarmente pubblicati sul sito Internet dell’NCSC. Garantire la trasparenza rappresenta un aspetto fondamentale per l’NCSC, anche nell’ambito del PST sulla sicurezza del certificato COVID.
Rapporto:
Ultima modifica 22.07.2021